Roma: Juan, dai cori razzisti al ginocchio ko nel derby maledetto

di Redazione 1

Una giornata da dimenticare e non solo per il risultato del campo, che ha visto la Roma condannata a soccombere per la seconda volta consecutiva nella stracittadina. Una giornata da dimenticare per Juan, roccioso difensore giallorosso, bersagliato dai cori razzisti per tutto il secondo tempo della gara contro la Lazio e poi raggiunto da una prognosi che lascia poche speranze per il futuro prossimo: 50 giorni di stop e stagione praticamente finita.

Il pomeriggio del brasiliano era cominciato nel peggiore dei modi, con la sua squadra ridotta in dieci sin dai primi minuti di gioco e costretta ad inseguire dopo il rigore trasformato da Hernanes. La situazione sembrava migliorare di lì a qualche minuto, quando il giovane Borini rimetteva in piedi il risultato. Ma il pomeriggio di passione di Juan non era ancora terminato, se è vero che per tutto il secondo tempo del derby una parte della tifoseria biancazzurra si accaniva pesantemente contro di lui, insultandolo a più riprese con cori e buu razzisti.

Juan per un po’ ha sopportato, ha fatto orecchie da mercante di fronte all’ennesimo gesto di inciviltà, ma alla fine ha risposto, portando l’indice alla bocca e zittendo la tifoseria, prima di richiamare l’attenzione dell’arbitro. Oggi è arrivata la punizione per il club biancoceleste (20mila euro di multa), sebbene i tifosi della Lazio abbiano fatto notare che anche Diakité è stato fatto oggetto di un trattamento simile.

Ma la sanzione al club di Lotito non solleva affatto il morale al difensore brasiliano, sottoposto a controlli medici nella giornata di oggi e fermato da una diagnosi drammatica a questo punto della stagione: lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale.  Un infortunio piuttosto serio, che prevede uno stop di 45-50 giorni, come conferma il bollettino medico diramato dalla Roma. In sostanza, Juan non rivedrà i rettangoli di gioco fino al termine della stagione. Maledetto derby, un pomeriggio da dimenticare in fretta.

[Photo Credits | Getty Images]

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