Chivu, Mido e il razzismo nel calcio

di Redazione Commenta

Una piaga difficile da debellare, perché, come diceva qualcuno, “la mamma dei cretini è sempre incinta” e lascia eredi in ogni nazione del mondo. Torniamo ancora una volta a parlare di razzismo nel calcio, prendendo spunto da un’intervista rilasciata da Christian Chivu sulle pagine di GQ:

In ogni stadio mi gridano ‘Zingaro, vai a fare il muratore’. Credi che mi dia fastidio? Là dietro i palazzoni dove sono cresciuto c’erano tanti ragazzi rom. Mi sono sempre trovato benissimo con loro, ‘Zingaro’ per me non è un’offesa.

E meno male che la prende così… Ma il romeno dell’Inter confessa di aver molto sofferto per un episodio avvenuto quando ancora giocava in maglia della Roma.

Nel periodo in cui si parlava del mio trasferimento all’Inter, facemmo un allenamento a porte aperte al Flaminio, davanti a 25 mila persone. Mi massacrarono d’insulti. Chissà perchè, quando ti fischiano gli avversari, non li senti, ma quando è il tuo stadio a fischiare, li senti tutti. L’unico che mi colpì, però, fu quello di un mio concittadino che, in romeno, mi gridò: ‘Mi vergogno di essere romeno’.

Insomma, nessuno si era mai illuso che il razzismo avesse fatto la valigia e fosse uscito dai nostri stadi, ma fa comunque rabbia sentire testimonianze di questo tipo, sebbene siano in molti a sostenere che fa solo parte del gioco, un po’ come gli epiteti lanciati contro gli arbitri ogni domenica su ogni campo. Non è razzismo, ma un modo per infastidire l’avversario e costringerlo alla reazione. Ma Chivu non ci sta:

Smettiamola di nasconderci. Di razzismo in Italia ce n’è tanto.

E per la serie tutto il mondo è paese, registriamo anche la denuncia di un altro ex giallorosso, l’egiziano Mido (chi se lo ricorda?), ora in forza al Middlesbrough, fatto oggetto di cori razzisti nella gara contro il Newcastle. La Federazione inglese ha aperto un’inchiesta, ma dubitiamo che si possa andare oltre una multa per la società. Ma non erano gli inglesi il popolo più civile d’Europa?

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