Ghirardi: “Le piccole non possono mantenere le grandi”

di Redazione Commenta

Foto: AP/LaPresse

Non ci vuole la sfera di cristallo per condividere il giudizio del patron del Parma, Tommaso Ghirardi, che ha parlato oggi a La politica nel Pallone su Gr Parlamento a proposito della riunione di domani della Lega:

Non sono ottimista sull’assemblea di domani, se si resterà sulle proprie posizioni non so cosa si potrà fare. Anche Beretta si trova a disagio.

In ballo non ci sono solo i 200 milioni di euro da dividere tra i club in base ai bacini di utenza, ma anche un pezzo del futuro di serie A, perché i presidenti non fanno altro che litigare:

Le grandi hanno anche delle ragioni e sono logiche per restare al passo con i grandi club europei, ma questo non è responsabilità degli altri 15 club che fanno fatica a chiudere bilanci con perdite decenti. Non si può pensare che le 15 piccole possano mantenere le 5 grandi.


La realtà non corrisponde alle parole del presidente del Parma. Con la vendita collettiva dei diritti televisivi, le big hanno perso in media una trentina di milioni di entrate, mentre i club medio-piccoli hanno visto aumentare l’assegno per i diritti tivù.

Solo che l’appetito vien mangiando e probabilmente i presidenti delle piccole stanno cercando di ridurre ulteriormente la forbice con i grandi. Anche con dichiarazioni tipo quelle di Ghirardi:

Se non ci fossero le altre 15 non so con chi potrebbero giocare. Non possiamo essere oggetti sacrificali.

Insomma se non fate come diciamo noi giocatevi il vostro campionato.

A questo punto è altrettanto ovvia l’alzata di scudi dell’altra parte. Secondo i 15 piccoli i 200 milioni dovrebbero essere divisi non secondo i “tifosi” ma i “sostenitori”. Questo comporterebbe che un tifoso di una squadra potrebbe essere considerato anche come simpatizzante di una seconda – oltre a considerare altri parametri.

In soldoni questo dovrebbe costare una decina di milioni a testa alla Juve ed alle due milanesi, mentre dovrebbero aumentare le entrate degli altri. una redistribuzione che potrebbe avere senso se chi prende di più fosse un poveraccio, molto meno se si considera che i proprietari delle piccole di serie A sono tutti milionari.

Per chiudere i bilanci con perdite decenti non dovrebbero far altro che stare più attenti con le spese – e, per esempio, non pagare lo stipendio di Amauri per restare in serie A.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>