Il Napoli una squadra tutta italiana, l’ultima sfida di De Laurentiis

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De Laurentiis ambisce alla creazione di un Napoli che sappia contare soltanto su giocatori italiani e se sono anche campani meglio. Se poi sono napoletani allora è il top. Le ultime dichiarazioni fanno ben sperare. 

“Il progetto è nato dal fatto che ho sempre chiesto a me stesso, perché non abbiamo un regista? Poi ho visto Valdifiori, che è sì un 29enne ma, per come gioca, mi sono detto che era l’italiano che faceva per noi. – ha spiegato il numero uno azzurro -. Questo progetto tricolore mi piace molto, anche perché nella vita si cambia e si fa esperienza: mi darà modo di capire cosa c’è di migliore, cosa funziona meno e quindi di mettere a punto un progetto”.

A Sarri il compito di valutare i giocatori e il loro ruolo all’interno della squadra.

Con Sarri ci sentiamo, è in vacanza, si sta riposando. Diamogli il tempo di tonificarsi e riposarsi – ha aggiunto De Laurentiis -. Sta studiando le 60 partite del Napoli in tv, verificando come funzionano certi calciatori per il suo modo di giocare. Quindi fra poco lo presenterò in maniera idonea alla stampa, quando lui si sarà fatto un’idea.

In un’intervista pubblica su uno dei canali ufficiali del club partenopeo, De Laurentiis torna anche sulla questione stadio con una lunga dichiarazione:

Io ho preso male questa storia dei concerti. Lo stadio San Paolo per me è adatto a fare esclusivamente calcio, mentre per i concerti ci vogliono impianti diversi. O facciamo i concerti e distruggiamo il campo di gioco o facciamo impianti strutturati solo per il calcio. Ci sono location adeguate e deputate per organizzare i concerti musicali. Io ho rizollato il terreno del San Paolo varie volte e il nostro manutentore ha svolto un lavoro eccelso, al punto da rendere il nostro manto uno dei migliori, anzi la per la Lega Calcio è il miglior manto erboso italiano. Noi avremmo avuto bisogno del nostro stadio ad agosto e di un campo all’altezza anche per l’inserimento dei nuovi acquisti. Rischiamo, invece, di dover giocare la prima partita di campionato lontano dal San Paolo, così come non potremo organizzare amichevoli internazionali in casa, come facemmo negli anni scorsi con PSG ed altri Club prestigiosi, perché siamo bloccati da questa spada di Damocle dei concerti. Mi sembra che il Comune debba interessarsi di più alle sorti della squadra del cuore della città. I concerti si potrebbero fare benissimo a Piazza Plebiscito, con grande successo, lasciando il San Paolo per eventi prettamente sportivi. Ho chiesto al Coni di darci sostegno, noi prima della fine di agosto non avremo un terreno nelle migliori condizioni e dovremo chiedere di giocare la prima partita di campionato fuori casa.

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