Newcastle: record di parolacce all’esordio, Kinnear manda 52 volte tutti a quel paese

di Redazione Commenta

Ci siamo sorpresi quando Mourinho alla sua prima intervista in italiano ha detto di non essere un pirla. Siamo rimasti a bocca aperta quando, partita dopo partita, litigava con tutti, allenatori e giornalisti, anche con frasi piuttosto scorbutiche. Abbiamo riso quando il Trap inveì fortemente contro la sua squadra, ed in particolar modo verso il centrocampista Strunz.

Ma stavolta c’è chi ha superato tutti i limiti, della decenza ma anche dell’indecenza: è Joe Kinnear, che alla sua prima conferenza stampa alla guida del Newcastle ha detto ben 52 parolacce, rivolte verso tutti, ma in special modo ai suoi calciatori.


La goccia che ha fatto traboccare il vaso l’ha versata un giornalista del Mirror, che ha pungolato il coach sulle assenze dei suoi fuoriclasse agli allenamenti. Assenze non dovute ad infortuni, ma a tensioni da spogliatoio che hanno spaventato altri grandi allenatori, come già vi era stato anticipato nelle settimane scorse, tanto da lasciare senza guida l’ex squadra di Alan Shearer per ben due gare di campionato. L’esordio, davanti al giornalista che continuava a provocarlo sulla situazione, è stato:

“Non te lo permetto. Se lo rifai, ti avverto, puoi anche andare a fare in… da un’altra parte”

Ovviamente per decenza preferiamo censurare le frasi precise dette dall’allenatore 61enne (quindi nemmeno un ragazzino), ma appena sbloccatosi, ha cominciato a distribuire “Vaffa” degni del miglior Beppe Grillo a chiunque gli rivolgesse la parola, ma soprattutto, come detto, rivolti a quei calciatori che pare non vogliano saperne più di lui e della squadra. Tanto è tesa la situazione che Kinnear ha addirittura dichiarato di voler aspettare un altro calciatore che pare avere il suo stesso carattere, Joey Barton, per far cominciare a girare la squadra, e se consideriamo che attualmente il mastino del Newcastle è ancora in carcere per rissa, possiamo comprendere la situazione che sta vivendo il povero Kinnear, che forse adesso comincia a chiedersi chi gliel’ha fatto fare.

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