Serie A 17a giornata: Milan – Roma 0-1

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Foto: AP/LaPresse

Anticipo della diciassettesima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano:
Milan-Roma 0-1
Rete: 24’ st Borriello
(R)

Big match della diciassettesima: il palcoscenico del grande calcio è un San Siro, stadio che si presta a sfide epiche, con ottima cornice di pubblico: folta la rappresentanza in sostegno al Milan e abbondante anche quella ospite, con oltre duemila tifosi giunti dalla capitale a sostenere la Roma. La gara riveste un’importanza strategica anche in ottica campionato: a giro di boa in vicinanza, infatti, i rossoneri guidano la graduatoria con dieci punti di vantaggio sui giallorossi che non possono perdere punti se intendono restare in scia. Ad accomunare la vigilia delle due società, per altro, anche l’esito felice del sorteggio di Champions League che ha messo di fronte alle due italiane due formazioni – quali sono il Tottenham e lo Shakthar – non certo irresistibili.

La sorpresa del pre gara, anzi sono due, è tutta degli ospiti: Claudio Ranieri, infatti, stupisce critica ed esperti in materia schierando fin dal 1’ Adriano quale terminale offensivo al fianco dell’ex Borriello: dietro di loro agisce Menez, solo panchina per Francesco Totti. Altra novità dell’ultimo momento, l’impiego di Burdisso in fascia al posto di Cassetti: i centrali sono Mexes e Juan. A centrocampo, De Rossi e Brighi coadiuvati da Simplicio, Pizarro è tra le riserve. Milan con modulo e formazione tipo: il centrocampo è un mix di piedi buoni e agonismo (molti tra gli opinionisti ritengono che la forza rigenerante del nuovo Milan formato Allegri sia stipata proprio in mediana): Ambrosini e Gattuso davanti all’architetto  Pirlo, Boateng sostiene il duo offensivo composto da Robinho e Ibrahimovic.

Nella prima parte della gara non ci si diverte, o meglio: chi è andato a nozze è l’amante dei tatticismi perché il match è stato particolarmente interessante proprio per i costanti accorgimenti in corsa da parte dei due allenatori. Più incisivo il Milan, che manda al tiro Ibrahimovic, Robinho e Boateng in sequenza, ma Doni – anche lui al rientro dopo un lungo periodo di purgatorio – non ha che da controllare l’ordinario. Partita in salita per i padroni di casa dopo 23’, quando il faro Pirlo (che stava incantando, impressionante una finta senza palla ai danni di Mexes) è costretto al cambio per infortunio muscolare. Lo rileva Seedorf: non è il primo arrivato ma da lì in avanti le geometrie rossonere non sono più le stesse. Atteggiamento attendista da parte dei giallorossi: cercano di colpire con ripartenze rapide ma né Borriello né Adriano (cresciuto col passare dei minuti) riescono a finalizzre le trame.

La ripresa comincia su ritmi differenti: più intensi i primi minuti di gioco ed evidente la voglia di vincere dei ventidue in campo, gli stessi che avevano chiuso la prima parte. Milan subito pericoloso con Robinho: al 3’ è provvidenziale il recupero della retroguardia capitolina. Adriano si trasforma in uomo assist e sa essere boa di peso fondamentale: suo l’assist per Menez (7’), ma il francese non chiude; al 14’ Borriello tenta di sgusciare a Nesta, il rossonero recupera in extremis. Parecchi errori in mediana da ambo le parti, poi la rete del vantaggio giallorosso: è il 24’ quando Menez inventa un cross su cui Abate interviene per primo, sulla respinta del difensore si avventa Borriello che trafigge Abbiati da buona posizione. La reazione locale, immediata, è affidata ai piedi di Ibra: al 26’ lo svedese raccoglie da Seedorf e, dopo aver stoppato il pallone, calcia a rete ma non inquadra. Roma vicina al raddoppio al 33’: De Rossi decide di tentare dalla lunghissima distanza, viene fuori un bolide su cui Abbiati è costretto a compiere gli straordinari. Allegri tenta la carta Ronaldinho ed è proprio del brasiliano l’ultima conclusione pericolosa: è il 41’ e l’80 del Milan ci prova su rovesciata. Palla alta sopra la traversa. Finisce così: la Roma ha involontariamente fornito il migliore degli assist ai rivali della Lazio ma, ancor di più, ha fatto un favore a se stessa. Le lunghezze di differenza diventano sette: i giochi, in questo pazzo campionato, sono riaperti anche per i capitolini.

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