Carrizo: trattato come un bebè. O gioco o vado via!

di Redazione 1

E’ triste la vita del portiere, specie se ti chiami Carrizo, titolare in una delle nazionali più forti del mondo, ma riserva di Muslera nella tua squadra di club. Il portierone laziale non ci sta e dal ritiro dell’Argentina non perde occasione per lamentarsi dell’attuale situazione:

Che ti convochi il miglior giocatore di tutti i tempi e che il tuo allenatore di club invece non ti faccia giocare, è una cosa molto strana. Da parte mia non alzerò di certo le braccia in segno di sconfitta. Anzi, al contrario combatterò per conquistarmi il posto nella Lazio. Tuttavia, se dovessero continuare ad avere la stessa idea, ho già deciso che a giugno cambierò aria. Dirò molte grazie e ciao. In Italia mi hanno trattato come un bebè che non sa reggere la pressione. Ed è strano guardando come sto nella nazionale argentina.

Il problema, come ammette lui stesso, sta nella fama che lo ha preceduto:

Con il tema del passaporto si è parlato per più di un anno di me e credo che si è generata l’idea di un portiere invincibile. Ho avuto un percorso inverso rispetto a tutti: sono arrivato con tutta la fama e ora sto sul banco degli imputati. Forse si aspettavano un extraterrestre. Non lo so, sono umano, faccio il meglio possibile, ma sembra che non gli basti.

Già, gli basta Muslera…

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