Teramo, la serie B è davvero a rischio

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Il Teramo rischia di non andare in Serie B e quindi di non sfruttare la promozione per via di un affare legato al calcio scommesse. Ecco di cosa si tratta. 

da TodaySport

La Serie B del Teramo è a rischio, secondo la Gazzetta dello sport. Ora la palla passa a Edoardo Chiacchio e il suo staff legale, chiamato dal presidente Luciano Campitelli, accusato di frode sportiva dalla Procura di Catanzaro che lo ha iscritto nel registro degli indagati insieme con altre 6 persone, compreso il d.s. degli abruzzesi (Marcello Di Giuseppe) ed Ercole Di Nicola (d.s. dell’Aquila), finito agli arresti perché considerato una delle figure chiavi dell’inchiesta condotta dal pm Romano che lo scorso maggio ha portato a 50 fermi per presunte partite combinate in Lega Pro.

L’accusa verso il Teramo è pesante: aver comprato la gara di Savona per 30 mila euro, un successo che ha regalato la B in modo aritmetico. Il Procuratore Stefano Palazzi ha da poco ricevuto gli atti dalla Calabria e nei prossimi giorni inizierà il percorso che sfocerà in un processo sportivo. La richiesta sembra scontata: retrocedere il Teramo in Lega Pro per responsabilità diretta a causa del coinvolgimento del presidente. Non solo, c’è pure il rischio concreto di una penalizzazione per il ruolo avuto nella presunta combine da Di Giuseppe. Verdetto scontato? No, sarà una battaglia giudiziaria e al momento, senza future confessioni, è difficile fare previsioni. Insomma, partita aperta.

Su un punto – scrive la Gazzetta dello sport – la ricostruzione degli inquirenti sembra granitica: da Teramo qualcuno si è adoperato per comprare la sfida di Savona. Le prove contro Di Giuseppe contenute negli atti lasciano poco margine di manovra alla difesa: ci sono numerose telefonate intercettate dal contenuto inequivocabile. La storia si dipana nell’ultima settimana che precede la sfida in Liguria. Il Teramo deve vincere per andare in B, evitando di arrivare a giocarsi tutto nell’ultima giornata contro l’Ascoli (secondo in classifica). Di Giuseppe contatta il suo collega Di Nicola, lo incontra e secondo gli investigatori gli dà mandato per la combine. Da quel momento Di Nicola si muove seguendo questo obiettivo. C’è un primo tentativo andato a vuoto: il canale individuato è Davide Matteini, attaccante del San Paolo Padova. Tocca a lui agganciare due giocatori del Savona per fargli la proposta.
Sul piatto è autorizzato a mettere 50 mila euro. I giocatori sono i difensori Cabeccia e Marchetti.
Ma il primo, secondo la Procura, rifiuta l’offerta, mentre il secondo forse avendo intuito qualcosa, non si presenta all’incontro.

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