Bari: entro martedì una cordata di imprenditori può salvare la società

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Foto: AP/LaPresse

Rimandato di 4 giorni il destino del Bari. Siamo ormai sul filo di lana, il 15 maggio scade il termine per il pagamento degli emolumenti arretrati per calciatori e staff, e l’attuale società non è ancora sicura di riuscire a coprirli. Per questo diventa fondamentale che il Bari acquisisca nuovi capitali, e questi potrebbero arrivare dalla cordata di imprenditori locali (Vito De Gennaro, Vito Ladisa e Pasquale Guastamacchia), decisi ad entrare nel club non acquistando l’intero pacchetto, ma almeno una parte di esso.

La famiglia Matarrese infatti, dopo 30 anni di potere incontrastato nella società, non ce la fa più con le sue forze a sostenere le spese. Gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo non sono stati versati e, se non lo saranno nemmeno dopo il 15 maggio, in via Torrebella arriverebbe una multa salata e una penalizzazione di almeno un punto in classifica. Almeno su questo non ci sono problemi, visto che la squadra è già retrocessa matematicamente.

L’affare doveva chiudersi già ieri sera, invece si è soltanto fatto un passo in avanti e rinviato tutto di 4 giorni. Diventà martedì così il giorno cruciale quando, in caso di ingresso in società di nuovi imprenditori, verrebbero allontanati tutti i dubbi che aleggiano in questi giorni, e che parlano del pericolo di una mancata iscrizione della squadra al prossimo campionato di Serie B.

Si era persino ventilata l’ipotesi di separare la gestione della società con una new-co, in cui ogni imprenditore (i tre in causa, Matarrese e Domenico De Bartolomeo che attualmente detiene il 10% delle quote azionarie) possedesse il 20%. Ma l’idea non sembra piacere a tutti i soci che vorrebbero continuare con l’attuale società, semplicemente aumentandone i fondi.

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